La satira fa sul serio
Niente fronzoli, design minimalista e l’eleganza austera del bianco e nero: proprio come nell’edizione cartacea, anche all’appuntamento nel mare del web non potavamo che presentarci così – con tanto di ghette e bombetta – per almeno un paio di buone ragioni. La prima è una questione di rispetto per l’etichetta. Un precetto di stile. E siccome, per dirla evolianamente, in un mondo di rovine lo stile è tutto quello che ci resta, presentarci all’appuntamento vintage con il Candido senza una mise squisitamente retrò sarebbe stato uno strappo decisamente troppo grosso. Lacerante quasi quanto quelli di Fini e dei suoi ossequiosi colonnelli. E allora eccoci qui in tight d’ordinanza anni ’40 per riaffermare una scelta che non riguarda solo la forma.
La seconda ragione per la quale abbiamo deciso di presentarci con la veste tradizionale del vecchio Candido – austera quasi quanto il Loden di Monti o la Panda del presidente Mattarella – è infatti tutta di contenuto. La sintetizziamo con un paradosso che è anche l’anima della nostra linea editoriale: “la satira fa sul serio! Presunzione? Provocazione ruffiana da aspiranti radical chic di destra? Maddeché! Semmai semplice e disperato tentativo di sopravvivenza da parte di chi, come noi poveri autori satirici, è stato costretto a prendere atto che in Italia – dopo le case all’insaputa e le lauree in Albania, il bunga bunga e le nipoti di Mubark, le slide e i tortellini di Renzi, i soldi in Tanzania e le mutande verdi inserite nei rimborsi elettorali, le auto blu all’asta su eBay e il “Verybello”, le imprese di “Superman” alla Regione Lazio e quelle di “Fonzie” a Palazzo Chigi – sfidare la politica sul piano della risata è diventato impossibile.
Ergo, siccome il senso del grottesco ha superato tutti i livelli di guardia, l’ora della serietà è scoccata nell’orologio della storia! Del resto se gli inquilini del Palazzo, che dovrebbero occupare il terreno della serietà e dell’autorevolezza, sconfinano nella pura comicità, agli autori satirici non resta che provare a fare i seri. Per questo siamo approdati al “Candido” di Giovannino Guareschi, una delle testate più autorevoli nella storia dell’editoria italiana. Per questo lo riproponiamo – sia su carta che on-line – esattamente così com’era in origine. Un’apparente “operazione nostalgia” che in realtà è solo una rinnovata stategia d’assalto al potere, perfettamente al passo coi tempi che corrono.
A noi basterà fare quello che gli altri non fanno: raccontarvi semplicemente i fatti per quello che sono. Senza aggiungere niente. Sicuri che ormai la realtà faccia ridere molto più di quanto riusciremmo a fare noi. A voi, cari Candidolettori, chiediamo solo lo sforzo di prendere per buone anche le cose più surreali che pubblicheremo: possiamo garantirvi che, al di là delle apparenze, corrisponderanno sempre alla pura, assoluta, verità.
Alessio Di Mauro
Roma, giugno 2014
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