Certe volte la cecità degli addetti ai lavori che seguono le vicende del Palazzo è talmente sorprendente da far sospettare la malafede. Nel bel mezzo di questa specie di carnevale anticipato che i giornali hanno chiamato crisi, infatti, abbiamo sentito spesso parlare di penuria di “responsabili” e “costruttori vari”. Si è detto, in sostanza, che il numero dei volenterosi disposti a votare la fiducia pure a Gambadilegno (per il bene più alto della nazione, naturalmente) non si schiodasse dalle dieci unità e che la spernacchiata ditta Conte, Casalino & Fico facesse fatica ad aggregarne di più. Qualcuno ci dica che era uno scherzo. Davvero pennivendoli e opinionisti vari volevano farci credere che i parlamentari disposti a passare tra le fila dell’avversario politico fossero solo quelli che poi hanno costituito il nuovo gruppo degli europeisti? E tutti i deputati e senatori del Pd e, soprattutto, dei CinqueStelle, finora cos’hanno fatto, di grazia? Non hanno allegramente governato (sempre per l’interesse più alto della Patria, ci mancherebbe) assieme a quello che nell’ultima campagna elettorale indicavano ai propri elettori come il proprio nemico giurato?
La verità è che certa stampa, sempre pronta a sputare veleno sul Palazzo, non vuole ammettere che oggi – molto più che ai tempi pur gloriosi della Prima Repubblica – a Montecitorio e a Palazzo Madama di “volenterosi” ne abbiamo “da vendere” (in senso metaforico, naturalmente, non vi ci mettete anche voi…). Si tratta di una vera e propria eccellenza della politica nostrana della quale andare orgogliosi: al di là delle battaglie di facciata tra maggioranza e opposizione c’è sempre una nutrita schiera di galantuomini che al primo scricchiolio delle poltrone governative è pronta a soccorrere longanesianamente il potenziale vincitore. Benefattori silenziosi, dei quali fino a un attimo prima magari s’ignorava persino l’esistenza, ma che nel momento del bisogno acquistano improvvisamente il dono dell’ubiquità e come Padre Pio te li ritrovi in ogni dove. A Destra, a Sinistra e soprattutto al Centro.
Come una strana specie di avvoltoi benefici iniziano a volare in cerchio sul corpo agonizzante del premier di turno, facendo a gara per offrire al bencapitato il proprio sostegno. Ognuno mosso dalla propria personale spinta interiore: c’è il “volenteroso” che proprio non riesce a dormire all’idea della difficoltà altrui, a patto naturalmente che non sia quella dei propri elettori. Troppo facile farsi carico dei problemi di amici e sostenitori. La verà nobiltà e la bellezza interiore stanno nel dare una mano agli avversari. “Fatte li cazzi altrui”, potremmo dire parafrasando l’indimenticato Antonio Razzi. Ma solo se gli “altrui” in questione sono al governo. Così al buon “volenteroso” non gliene può fregare di meno se la gente comune che lo ha votato non riesce ad arrivare alla fine del mese, ma si strugge all’idea che la maggioranza degli altri non arrivi a fine legislatura.
C’è poi il “costruttore” che, nomen omen, appena fiuta l’odore di cemento e rimpasti già pregusta appalti e bustarelle, dunque corre a dotarsi di carriola e cazzuola. Da quest’anno, poi, sappiamo che tra le tante declinazioni della categoria dei benefattori “responsabili” c’è anche quella della “badante” : figura affetta dalla sindrome della crocerossina in versione politichese. Pronta cioè a cambiare padelle e cateteri ai primi ministri che stentano a reggersi in piedi.
Stiano sereni dunque i pentastellati: la “badante” che hanno arruolato è ben attrezzata e referenziata in quel di Arcore.
E se non bastassero le sue bombe ricostituenti per rimettere in tiro la pochette spiegazzata dell’ “avvocato del popolo”, si può sempre provare con il bunga bunga.
Alessio Di Mauro